Cicas: Idee, progetti e Europa, sfide per crescere
Il rilancio dell’economia del Belpaese passa anche attraverso la mobilitazione delle categorie, vale a dire la loro capacità di saper valorizzare settori del mercato colpevolmente a loro stessi.
Da questo punto di vista è innegabile il grande contributo che viene quotidianamente assicurato dalla Cicas, acronimo di Confederazione Imprenditori Commercianti artigiani turismo e servizi, che oggi conta 85 mila utenti ma mira a toccare quota 250mila entro il 2020.
Un traguardo certamente alla portata della benemerita organizzazione di cui è direttore generale Giuseppe Mazzullo, il quale nel corso di una intervista esclusiva al nostro giornale spiega la qualità dei servizi che la Confederazione offre agli operatori economici.
Buona lettura…
Al pari del sergente di ferro di “Full metal jaket”, Giuseppe Mazzullo (che sergente lo è stato davvero con i paracadutisti a Pisa) è un asso per tenacia e convinzioni. Per lui le imprese se alleate con la buona politica, quindi con progetti seri e tanta voglia di fare, possono davvero cambiare in meglio una comunità locale, una Regione addirittura un’ intera Nazione. Tutto può essere fatto a condizione di avere una “visione” del futuro conoscendo le regole del gioco, quindi studio, formazione, impegno per creare benessere e uguaglianze di opportunità aperte a tutti. Classe 1960, venuto alla luce a Cosenza, che Wikipedia identifica come la “Atene della Calabria”, quindi nato sotto la stella di un dna fatto di dialettica aristotelica, e lui lo vediamo in bilico tra l’essere aristocratico e l’essere popolare. Socialista da sempre, (nel 1973 era Giovane Psi, in tempi in cui il leader era Giacomo Mancini, e in Calabria non era uno scherzo essere di sinistra), il giovane Giuseppe aveva già il pallino di puntare le energie sulla valorizzazione dei beni naturalistici, ambientali storici della Calabria come regione da scoprire e amare. Un progetto che poi ha esportato in Italia con l’idea che ogni luogo sul suolo nazionale ha il suo fascino, mistero e luce.
La creatura a cui lavora, dopo aver avuto ruoli istituzionali, politici, di consulenza, di promozione, di manager, capace di raccoglie l’insieme delle sue esperienze, proposte e iniziative, si chiama Cicas, ovvero la Confederazione Imprenditori Commercianti artigiani turismo e servizi; progetto ambizioso che unisce esperienze diverse con un chiaro obiettivo: suscitare un “protagonismo della crescita” che significa sviluppo, ricchezza, occupazione. La Confederazione oggi è già una grande realtà che macina numeri e interventi sul territorio con azioni di sostegno e aiuto alle imprese, in ballo ci sono 85 mila utenti che entro il 2020 possono arrivare alla bella cifra di 250 mila. Un salto possibile grazie a nuovi progetti messi in cantiere per arrivare ad uno sviluppo capillare per presenza nel territorio nazionale. Con un pizzico di orgoglio rivendica:
“Conosco la storia sindacale del paese, le attività produttive devono essere necessariamente protagoniste della società per farsí che vi sia una crescita”. Per approdare al mondo nuovo che Giuseppe Mazzullo vede c’è bisogno di una spinta, – una volta si diceva di un “indirizzo” forte – verso il quale traghettare lo sviluppo, un percorso che ha degli ostacoli, a lui ben noti, il primo che vede è il “conformismo”, ossia l’appiattirsi su poche e vecchie idee mentre il presente galoppa.
“Oggi si contrappone alla concezione statalista decentrata e basata sulla burocrazia una concezione conformista”, ci racconta, nel suo stile diretto e pragmatico, che non pesa all’interlocutore grazie al suo sorriso aperto e disponibile e a quel temperamento da meridionale affabile e vulcanico.
“Nella Prima Repubblica”, ci spiega, “si era soliti indicare i valori di crescita, ma oggi non è più così”. Servono quindi nuovi stimoli, nuovi scenari capaci di dare valore alle cose. “La Confederazione Imprenditori Commercianti artigiani turismo e servizi’”, sottolinea spiegando che attende una politica inclusiva, “vuole recuperare un valore disatteso, vedersi rappresentata all’interno del Governo. “Noi”, scandisce appassionandosi, “Rappresentiamo ventisette settori differenti, e siamo in grado di competere per numero di utenti e progetti con le altre confederazioni”. Da questo momento Giuseppe Mazzullo, ex sergente dei paracadutisti, ex giovane socialista, ex promotore di festival di musica, arte e letteratura, diventa un ciclone di paradigmi filosofici ed economici, si muove in terreni che vanno dal socialismo al liberismo, tra il giovane Carl Marx del Capitale e il pensiero aperto di John Locke. Così parte a razzo su concetti a lui cari e su cui da una versione, ampiamente condivisibile.
“Come si può rispondere al bisogno non solo di libertà economica ma anche di libertà civile e modernizzazione?”, si interroga Giuseppe Mazzullo, “Vi è una sola via di uscita.
Tra un progressismo malato di statalismo, quello della Sinistra; ed un liberismo malato di conformismo quello della Destra; bisogna ridefinire con urgenza i termini del conflitto sociale ribaltando il concetto marxiano di lotta di classe, indicando nei lavoratori dipendenti e indipendenti del settore privato la vera classe sfruttata e innovatrice e nella classe burocratica la vera classe conservatrice, parassitaria, sfruttatrice, insomma la vera razza padrona, del nostro tempo. Bisogna”, esorta il direttore generale della Confederazione Cicas che a muso duro attacca la burocrazia che toglie risorse attive e genera il fannullonismo imprenditoriale, “dunque affidare il cambiamento alla classe innovatrice che produce ricchezza crescita ed occupazione, i piccoli imprenditori, le professioni, gli autonomi, sovvertendo la classe conservatrice e parassitaria, la burocrazia. La concezione statalista ha concepito nella burocrazia la scelta della conduzione dei principi e lo sviluppo, mai cosa più errata è stata commessa, la burocrazia rappresenta l’elemento di peggiore freno e manca di totale visione, è una classe sfruttatrice e per nulla capace, bisogna fare una vera rivoluzione liberale affidando il compito alla classe innovatrice, che è solo quella degli imprenditori delle Piccole e Medie, delle professioni, imprese che generano ricchezza, visione e sviluppo”. Ma come si traduce sul piano concreto la visione di Giuseppe Mazzullo? Ecco un esempio.
“Abbiamo lanciato un progetto sperimentale per il turismo nazionale. Un progetto capillare rivolto a tutti i comuni d Italia, che dopo 2 anni di sperimentazione possiamo davvero valutare se l’Italia davvero sia un paese turistico o meno”, racconta tutto di un fiato e annota con filo di delusione, “Ad oggi in alcuni luoghi neanche ci si prova”. Eppure la svolta sarebbe a portata di mano, un salto benefico per tutti, per l’economia e per i paesi anche quelli più sperduti d’Italia. “Per la nostra Confederazione il turismo è un’opportunità di sviluppo, di crescita, di esperienze, culture, di ricchezza economica, per noi è le future generazioni. Possiamo uscire anche dai limiti stagionali, perché ne abbiano tutte le possibilità, che oggi, purtroppo, rimangono inespresse”. C’è un aspetto personale di Mazzullo che dimostra la sua caratura di professionista e sostenitore liberal del fare impresa, questa sua tenace idea di un alleanza con l’Europa. Una sinergia giocata su progettualità e realizzazioni concrete.
Un patto che vede come primo tassello la formazione delle regole Ue e come possiamo ottenere il massimo studiandole.
“Abbiamo creato una formazione pubblica per intercettare tutte le misure Europee che restano inevase. Una di esse di cui molte regioni sono ignare è la misura Juncker”. Così chiediamo di spiegarci e farci capire, per il direttore Cicas è un invito a nozze, ci elenca le opportunità offerte da Bruxelles alla sinergia imprenditoriale.
“È una misura molto importante, che porta il nome dell’ex presidente Ue, per noi ha una particolare rilevanza per il settore Franchising, che può essere sostenuta dalla finanza agevolata per l’apertura di nuovi punti vendita. Altra misura interessante”, continua Mazzullo, “è ‘Io resto al Sud’, per i produttori ha un ruolo primario. Il loro impegno sul territorio diventa centrale, è importante vedere realtà locali forti, in grado di realizzare iniziative e crescere”. Imporsi sul mercato, diventare aziende leader, creare professionisti all’altezza di un mondo che cambia rapidamente, impegnarsi per un futuro migliore, tutto questo ha un prezzo, se si sbaglia di torna indietro.
“A obiettivi ambiziosi servono regole ferree, non ottuse, ma regole capaci di essere funzionali, noi crediamo nella ‘retrocedibilità’ della carriera, riferita ai burocrati che non raggiungono la produttività, cioè se vali e dai risultati vai avanti, altrimenti ci deve essere retrocessione”. Tutto questo in Italia? Giuseppe Mazzullo fa si con la testa, e aggiunge da sergente di ferro. “Noi siamo una Confederazione molto meritocratica. Per questo andremo avanti, molto avanti”.
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